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Itinerari in Calabria


Santa Severina - Mesoraca





Regione Calabria Provincia di Crotone





SANTA SEVERINA

Santa Severina è un comune di 2.326 abitanti della provincia di Crotone. Santa SeverinaL'antico borgo di Santa Severina sorge in bella posizione panoramica sulla Valle del Neto, non distante dalle coste joniche presso Crotone. Il nome non si riferisce al culto di una santa ma si suppone sia in relazione con Siberene, antico paese degli Enotri. L’attuale nome può essere la trasformazione cristiana dell’antico nome.



Cenni storici

Santa Severina fu fondata dagli Enotri. Nell’840 fu assediata dai saraceni. Nell’866 i saraceni dovettero però soccombere alle truppe bizantine comandate dal generale Niceforo Foca. Nel 1076 dopo due anni di assedio venne presa dai Normanni di Roberto il Guiscardo. Quest’ultimo fece costruire il Castello di Santa Severina. Il Castello ospita il Museo Archeologico del Territorio ed il Museo dei Castelli e delle Fortificazioni in Calabria. Santa SeverinaLa città in seguito fu poi governata dagli Svevi, dagli Angioni e dagli Aragonesi. Passò poi nelle mani di potenti feudatari quali i Carafa, i Ruffo e i Grutter. Nel 1950 grazie alla riforma agraria ci furono dei cambiamenti per quanto riguarda l’assetto sociale del paese. Oggi Santa Severina rappresenta uno dei poli turistici calabresi più importanti per il suo notevole patrimonio. Il Castello di Santa Severina, è tra i più belli della Calabria, spicca nella piazza principale. Alcuni scavi hanno portato alla luce materiale bizantino, romano e greco svelando quindi l'importanza urbanistica del luogo nelle varie epoche. Contrapposto al Castello sorge la Cattedrale di S. Anastasia (1274-95) ricostruita nel 1705, conserva il portale centrale originario. A fianco sorge il Battistero (VIII-IX sec.) con portale duecentesco, uno dei monumenti più antichi della Calabria. Tra gli altri edifici religiosi importanti sono la Chiesa di Santa Filomena (XI-XII sec.) e la Chiesa dell'Addolorata.



Luoghi d'interesse
Santa Severina
  • Castello Normanno (XI sec.)
  • Cattedrale di S. Anastasia (1274-95)
  • Chiesa dell'Ospedale
  • Chiesa dell'Addolorata ('700 su edificio del 1036) epoca pre-normanna, con bellissimo altare barocco del XVII secolo
  • Chiesa di Santa Filomena (XI sec.) esempio di architettura bizantino-normanna.



Feste

Il 29 ottobre viene festeggiato il Santo Patrono Sant’Anastasia







ROCCABERNARDA

RoccabernardaComune in provincia di Crotone, con poco meno di tremilaquattrocento abitanti. Il patrono è San Francesco di Paola. Roccabernarda si è sviluppato dal centro storico, in collina, oggi ha raggiunto la pianura e continua ad svilupparsi alle due estreme periferie. Inoltre il paese è attraversato dal fiume Tacina.Oggi il centro è gradualmente spopolato da un'inevitabile emigrazione dovuta alla mancanza di lavoro.



Cenni storici

Il piccolo centro storico di Roccabernarda, posto tra il Tacina e il Neto, è oggi sommerso dalle nuove case. Nella rocca oltre ai resti dell'ingresso del castello, rimane un tessuto di piccole e povere case e la chiesa di S. Maria Assunta con i resti di elementi decorativi provenienti dal vicino convento di S. Francesco da Paola, il cui impianto è rimasto pressoché intatto. Alcune tradizioni vogliono che Roccabernarda sia stata conquistata nel secolo XII da Bernardo del Carpio, discendente di Carlo il Calvo. RoccabernardaAlcuni studi recenti condotti da un gruppo archeologico della provincia di Crotone, hanno dimostrato che la sua nascita possa essere avvenuta in epoca romana con il ritrovamento in località “San Pietro”, sulla sponda sinistra del Tacina, dei resti di una villa rustica romana di periodo tardo antico. A questi ritrovamenti si uniscono i ritrovamenti di un’antefissa in terracotta fatti nella località “Niffi”, dove vi è rappresentata di profilo la testa di un giovane con capelli riccioluti resi a ciocche e incoronato di edera nella quale si è voluto identificare l’immagine del dio greco del vino Dioniso. Questo porta a pensare che a Roccabernarda la coltivazione della vite e la conseguente produzione del vino avvenisse già in tempi antichi. Altre recenti ricerche hanno individuato, lungo il fiume Tacina, le Grotte di Vitale, il romitorio dove San Vitale da Castronuovo (sec. X) trascorse due anni di ritorno da un pellegrinaggio a Roma. Nelle adiacenze sorgono i ruderi del Monastero di San Pietro.



Luoghi d’interesse

Convento medioevale di San Francesco di Paola fondato da Giovanni Cadurio



Feste

  • RoccabernardaSan Francesco Di Paola è il Patrono. Viene festeggiato l’ultima domenica di maggio. I festeggiamenti religiosi in onore del santo patrono consistono nella celebrazione della messa e in una fiaccola notturna. Nei tredici giorni che precedono quello dedicato, inoltre, si celebrano particolari messe (la cosiddetta “tredicina”).
  • Santa Maddalena -22 luglio. In questa festa una folla composta da donne si dirige verso la collina che porta il nome della santa.
  • San Francesco "votivo" - 8 settembre. In questa giornata si ricorda una promessa che il popolo di Roccabernarda fece al santo di Paola. In occasione di un terribile terremoto, infatti, i cittadini chiesero protezione a San Francesco promettendo, in cambio, di ricordarlo in un giorno particolare. Così come avviene per la festa di maggio, questa giornata è preceduta dalla “tredicina”.




Piatti tipici

  • Cuvatiaddrj cu sucu e puarcu. Gnocchetti realizzati manualmente e conditi con sugo di maiale accompagnati dall’ottimo vino che si produce in queste terre.
  • La pasta e ceci è il piatto tipico
  • Arricchiscono la cucina rocchesana dolci quali : pitte ccu d’uagghju, i crustuli, i tardiddi, cuzzupe, i cuddumati.





CROTONEI

Crotonei appartiene alla provincia di Crotone e conta 5.500 abitanti. Fa parte del Parco della Sila. Il nome del paese deriva da "i Cotronei", più precisamente "la famiglia dei Cotronei", ossia delle persone "provenienti da Crotone". Lo Stemma è di color d’oro e ritrae la figura di San Nicola Vescovo, in maestà, vestito con un manto di colore azzurro, i piedi calzati di nero. La mano sinistra è posta sul petto, mentre la mano destra tiene il pastorale d’argento, posto in palo. Il Gonfalone è riccamente ornato di ricami d’argento con la scritta centrata in argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni sono argentati. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.



Cenni storici

Alcuni reperti testimoniano che il territorio dei Crotonei doveva essere abitato fin da tempi antichi. Nel fondo del lago Ampollino,sono state ritrovate alcune armi di bronzo, e altri reperti quali asce e daghe, e alcune tombe a forma di “olle”, che attualmente sono conservati al Museo Civico di Reggio Calabria.

Nel 1219 Ferdinando II di Svevia consegnò Cotronei ai monaci Florensi di S.Giovanni in Fiore; successivamente passò al convento dei Tre Fanciulli di Caccuri. Nel XIII secolo, diventò feudo dei Ruffo, conti di Catanzaro. Antonello Ruffo, ultimo erede del casato, nel 1360, non potendosene occupare perché impegnato alla corte di Napoli, consegnò il feudo allo zio, Niccolò Morano, conferendogli il titolo di barone. I baroni Morano furono presenti sul territorio fino al 1630. Vi fecero costruire un grande palazzo e lo resero un importante centro per la produzione di seta, olio, legnami, pelle, pece nera e liquirizia greggia. Nel 1806, Cotronei fu rasa al suolo dal generale francese Millon. In quegli anni, intanto, per la vicinanza ai boschi della Sila, divenne covo di Briganti. Nel 1860 fu annessa al regno di Sardegna e, successivamente al Regno d'Italia. Il brigantaggio fu una vera piaga per il paese ma nonostante ciò, grazie alla costruzione delle centrali idroelettriche, inaugurate alla presenza di Vittorio Emanuele III, esso cominciò lentamente a risorgere.



Luoghi d’interesse

  • Chiesa di san nicola dei latini (Matrice). Secondo la tradizione, fu costruita da ricchi cittadini greci. Inizialmente era dedicata a San Nicola dei Greci, ma quando la chiesa passò dal rito greco a quello latino (1597), fu dedicata a San Nicola dei Latini.
  • Chiesa di s. antonio (o di Santa Maria della Serra Assunta in Cielo). Questa chiesa, come è riportato su una lapide in marmo scuro, è stata consacrata nel 1983 a Santa Maria della Serra Assunta in Cielo.
  • Cappella di san francesco di paola. Costruita nel XV secolo, è la più antica cappella di Cotronei. Apparteneva alla famiglia Morano.
  • Cappella delle anime del purgatorio. È la cappella gentilizia della famiglia Verga in cui ancora oggi vengono seppelliti gli eredi.
  • Lago ampollino se è una bella giornata si può approfittare per prendere il sole tranquillamente sdraiati o per pescare o visitare la cosiddetta "baita della tranquillità". È una semplice costruzione immersa tra i pini.




Feste

Il 6 Dicembre si festeggia il Santo Patrono San Nicola di Bari



Prodotti tipici

  • Pomodori e Peperoni in salamoia (Aru Salaturu)
  • Funghi sott’olio
  • Patate del guardiano di boschi
  • " Rusedde" (caldarroste)
  • “I turduni” (castagne)





PETILIA POLICASTRO

Petilia PolicastroPetilia Policastro è un comune di 9.594 abitanti della provincia di Crotone. La prima parte del nome si riferisce alla denominazione dell'antico centro greco Petilia. La seconda parte, ossia Policastro deriva da Pollicastro e Pullicastri, dal greco Polukastron, ossia vasto castello. Fa parte del Parco della Sila. Sorge a 436 metri sopra il livello del mare.



Cenni storici

Petilia Policastro è un antico borgo bizantino circondato da mura ad architettura militare. Petilia PolicastroLe origini di Petilia Policastro sono incerte ma da uno studio fatto viene fatta risalire all'antica paleocastro fondata dai bizantini che ne fecero un importante centro militare e tecnico. L'abitato odierno, conserva ancora l'antico centro storico, mal tenuto, di chiara impronta bizantina. Vi sono segni dei secoli successivi, come i palazzi seicenteschi e settecenteschi. Nel 1632 ci fu il terremoto e petilia dovette esguire un rinnovo unitario. Nel 1838 un nuovo terremoto distrusse petilia policastro e da la si sussegui il momento della confusione totale, la storia di petilia policastro si confuse con quella dell'Unificazione d'Italia.



Luoghi d’interesse
Petilia Policastro
  • Grotte Carsiche. Sono circondate da laghi e fiumi sotterranei e nel loro interno sono stati ritrovati dei vasi di terracotta risalenti all’età bizantina.
  • Grotte brasiliane di San Demetrio.
  • Santuario della Santa Spina. Il santuario custodisce una Sacra Spina, che si ipotizza facesse parte della corona di Gesù Cristo in croce, venerata dal popolo perché si reputa lo abbia salvato da un terribile terremoto. In onore alla Spina, ogni secondo venerdì di Marzo si va in pellegrinaggio al Santuario seguendo la processione del Calvario.
  • Chiesa di San Francesco di Paola
  • Palazzo Aquila
  • Chiesa di San Nicola Pontefice




Feste e Manifestazioni
Petilia Policastro
  • Il 20 gennaio si festeggia San Sebastiano, santo protettore di Petilia Policastro.
  • Il secondo venerdì di marzo si svolge la processione del Calvario, che parte dalla chiesa di San Francesco fino al santuario della Santa Spina.
  • 19 marzo: U Mmitu e San Giuseppe. Tradizionale pasto fatto di pasta e ceci che nell'antichità veniva offerto ai poveri.
  • Il Venerdì Santo processione della Naca: processione per le vie del paese del Cristo morto insieme alla Madonna dell'Addolorata.
  • Seconda domenica di ottobre: festa della Madonna del Rosario.
  • Seconda domenica di maggio: festa di San Francesco da Paola.





MESORACA

Appartiene alla provincia di Crotone con più di settemilacento abitanti. Essendo posizionato in posizione rialzata nel luogo in cui confluiscono i due torrenti Vergari e Reazio, si crede che il nome derivi dal greco mesoruakion, ossia "ruscello che scorre nel mezzo".



Cenni storici

Si sostiene che la nascita di Mesoraca è dovuto agli Enotri. Dal 1292 fu territorio dei Ruffo, mentre dal 1523 entrò a far parte del Marchesato di Crotone come possesso dei Caracciolo. mesoracaAlla famiglia Caracciolo è legato uno degli episodi più noti della storia mesorachese, allorché nel 1527 una rivolta contadina ne sterminò tutti i componenti, ad eccezione della figlia Isabella; la rivolta fu repressa da Ferrante Spinelli, il quale sposò Isabella Caracciolo e ripristinò il feudo, conservato dalla famiglia Spinelli fino al 1584. Inoltre è importante ricordare che Mesoraca è la patria del Santo Zosimo che fu poi papa dal 417 al 418. L’8 marzo 1832 ci fu un forte terremoto che sconvolse nuovamente Mesoraca, questo devastò il territorio del Marchesato, provocando rovine e lutti in tutti i paesi, e questo portò alla costruzione di una nuova Mesoraca, con la creazione di nuovi rioni a ridosso delle mura di cinta e di una frazione staccata dal paese, Filippa.

mesoraca

Luoghi d’interesse

  • Santuario del S.S. Ecce Homo
  • Chiesa di Santa Maria del Ritiro fondata nel 1767 per volontà di Matteo Lamanna




Fiere e feste

  • 8 Marzo - In ricordo della protezione del SS. Ecce Homo, nel terremoto del 1832 a Mesoraca.
  • 21 Marzo – Si ricorda il terremoto del 1783 che sconvolse quasi tutta la Calabria.
  • IV domenica di maggio - La festa religiosa è accompagnata anche da una pittoresca fiera, di antica tradizione.
  • 25 Luglio - In ringraziamento al SS. Ecce Homo per la cessazione di troppe piogge che infracidivano i raccolti.
  • Festa settenale - Ogni sette anni la statua del SS. Ecce Homo viene portata in processione a Mesoraca, dove rimane circa otto giorni. Si svolgono speciali funzioni religiose e predicazioni. Non mancano alcuni spettacoli.




Piatti tipici

  • mesoracale soppressate
  • le salsicce
  • il formaggio pecorino
  • il vino
  • il pane casereccio fatto ancora negli antichi forni a “frasche”










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